Lunedì scorso, al Colle di Miravalle di fronte alla Campana dei Caduti, simbolo universale di Pace e memoria, si è tenuto un concerto che ha saputo intrecciare arte e riflessione, bellezza e consapevolezza. Protagonisti della serata l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, diretta da Nicola Valentini, e il baritono Bruno Taddia. Un pubblico di oltre 400 persone ha seguito la manifestazione musicale con attenzione e partecipazione. L'iniziativa è nata grazie a una feconda triangolazione tra Comune di Rovereto, Fondazione Haydn e Campana. Lo hanno spiegato prima del concerto il Reggente, Marco Marsilli, che in un saluto ha rilevato come questa iniziativa vada «nella direzione indicata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nella sua recente visita alla Campana ha sottolineato che l'attuale contingenza internazionale “esorta a rilanciare il messaggio che, da qui, cento anni fa, è partito”». Sulla stessa lunghezza d'onda il Presidente della Fondazione Haydn, Paul Gasser, che ha sottolineato che «per la Fondazione e per l’Orchestra è un piacere e un onore collaborare con il Comune di Rovereto e con la Campana dei Caduti». La Sindaca di Rovereto, Giulia Robol, da parte sua ha voluto ribadire che «la Pace non è un'utopia, ma un'opera collettiva, un'armonia che si costruisce giorno dopo giorno».
Marcello Filotei, il direttore artistico della Campana, ha raccontato brevemente il senso di un programma musicale, pensato come un percorso che a partito da una riflessione sui conflitti in corso in alcune aree del pianeta, è passato attraverso la speranza per approdare a una gioia intima e mai ostentata.
La serata si è aperta con due pagine tra le più evocative di Jean Sibelius: Valse triste del 1904 e Scena con gru, completata nel 1906. Non solo splendidi brani da concerto, ma anche riflessioni in musica sulla fragilità della condizione umana e sui silenzi che accompagnano i grandi cambiamenti. A seguire Pax Virginis di Virginia Guastella, vincitrice nel 2008 del Concorso internazionale di Composizione «Strumenti di Pace». Il brano di Guastella ha portato la musica verso un territorio spirituale molto personale, alternando una espressività intensa a improvvise rarefazioni. L’opera, concepita come una meditazione sonora sulla Pace, intreccia testi provenienti da tre grandi tradizioni religiose: i Salmi dell’Antico Testamento, il Vangelo di Matteo e il Corano. La voce di Bruno Taddia, calda e profonda, ha reso vibranti questi versetti, fondendosi con grande eleganza e naturalezza con l’orchestra capace di creare un paesaggio sonoro carico di tensione e speranza.
In chiusura, la Sinfonia numero 5 di Franz Schubert ha portato un soffio di intima serenità. Lontana da ogni trionfalismo, questo lavoro “parla” una lingua luminosa e sincera, capace di evocare una gioia composta, domestica, che si fa rifugio e conforto. In questo contesto, Schubert non è evasione, ma memoria di ciò per cui vale la pena lottare: la bellezza, l’armonia, la vita condivisa, il dialogo, la Pace.
Comunicato Stampa 132/2025