Il Giorno del Ricordo - 10 febbraio a Rovereto

Nela mattinata di lunedì scorso si è svolta la commemorazione

Data di pubblicazione: Mercoledì, 12 Febbraio 2025

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Immagine: Giorno del ricordo 2025
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Si è svolta la mattina di lunedì scorso 10 febbraio, la celebrazione del Giorno del Ricordo per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo della popolazione italiana dall’Istria, Fiume e Dalmazia, e dai territori del confine orientale nei primi anni del secondo dopoguerra.

Una delle pagine più dolorose della storia italiana, il cui ricordo deve valere come un doveroso riconoscimento per le vittime e per gli esuli, costretti ad abbandonare le proprie case e i propri beni, e come un momento per promuovere la pacificazione e la concordia fra i popoli. Numerose le autorità presenti, civili e militari. Tra le prime si ricordano il presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti, la sindaca di Rovereto Giulia Robol, il procuratore generale della Repubblica Orietta Canova, Vincenzo Russo per il commissariato del Governo, il comandante della polizia municipale di Rovereto Emanuele Ruaro e il presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Roberto De Bernardis.

La prima parte della cerimonia si è svolta nella chiesa di Santa Caterina con la celebrazione di una messa da parte del parroco don Marco Saiani e del vicario parrocchiale Nilo Trevisanato. Al termine del rito religioso, nel suo intervento la sindaca di Giulia Robol ha affermato: “Oggi siamo qui per ricordare l’esodo giuliano dalmata e commemorare le vittime delle foibe, due tragici momenti della nostra storia che per troppo tempo sono stati dimenticati. È essenziale non farli cadere nell’oblio, ricordarli, poiché purtroppo non è la prima volta che famiglie intere sono costrette ad abbandonare la propria terra e le proprie radici. E come sempre, a pagare il prezzo più pesante sono le persone più fragili: gli anziani, i bambini, le donne. Le donne, in particolare, sono vittime mirate nei conflitti, non solo a causa della loro vulnerabilità fisica, ma anche e soprattutto per il significato simbolico e sociale, perché colpirle significa distruggere la dignità di un popolo. Anche il nostro territorio ha vissuto periodi di conflitto legati ai confini, ma siamo riusciti a costruire un modello di convivenza culturale e umana che va oltre la politica. Il compito di chi governa è quello di promuovere una cultura del dialogo e del rispetto reciproco, - ha inoltre sottolineato - affinché la dignità di ogni persona venga sempre preservata. Solo così possiamo costruire un futuro di pace e di solidarietà. Ogni giorno l'impegno è di lavorare per costruire la pace, e la nostra città, che ne è portavoce, Rovereto Città della Pace, quest'anno, in occasione del centenario della Campana dei Caduti, simbolo di pace e fratellanza tra i popoli, vuole essere manifesto nel sensibilizzare le generazioni future sui temi legati alla convivenza pacifica, al dialogo e alla risoluzione non violenta dei conflitti”.

Di seguito ha preso la parola il presidente Fugatti: “Sono passati 21 anni – ha affermato - da quando il Parlamento ha istituito il giorno del ricordo. Un passaggio significativo perché con quella legge si costituì un percorso istituzionale da dedicare alla conoscenza delle drammatiche vicende accadute sul confine nordorientale del nostro Paese. Una conoscenza storica indispensabile, per porre le basi al fine di dare riconoscimento a coloro che pagarono con la vita il loro essere italiani in un'area particolarmente tormentata, che in questi anni è cresciuta e si è diffusa fortemente nella nostra comunità. Oggi ribadiamo con forza e coerenza l'impegno delle istituzioni – ha concluso Fugatti - perché interrogarsi su un capitolo di storia così increscioso e doloroso è un atto importante per riconoscere il grande sforzo portato avanti dai familiari e dagli esuli prima e dai loro figli poi – e voglio ringraziare in tal senso l'operato dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia Trento - per onorare la memoria delle vittime delle foibe e per far sì che questo episodio rimanga solo sui libri di storia".

La celebrazione si è quindi spostata in Largo vittime delle Foibe dove è stata deposta una corona alla memoria.

Comunicato Stampa 16/2025

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Ultima modifica: Mercoledì, 12 Febbraio 2025