Gli Archivi dell’Ex Manifattura: un patrimonio di storia e storie

Presentato il progetto del Laboratorio di Storia di Rovereto, sostenuto dal Comune e dalla Fondazione Caritro

Oltre trecento metri lineari di documenti, novemila fascicoli archivistivi, centosettant’anni di storia della città, dei suoi abitanti, dell’intera nazione. Questi sono i numeri degli Archivi storici dell’Ex Manifattura, oggi custoditi dalla Biblioteca civica di Rovereto che sono oggetto di un progetto di ricerca e documentazione portato avanti dal Laboratorio di Storia di Rovereto e promosso dal Comune e dalla Fondazione Caritro.

Nel corso della conferenza stampa, tenutasi nella nuova caffetteria dell’Ex Manifattura a Rovereto, è stato illustrato il percorso tracciato, che parte dagli Archivi e arriva fino alla cittadinanza, attraverso cinque seminari, pubblicazioni e una mostra conclusiva.

La ricerca sulla lavorazione del tabacco in Vallagarina e sulla ex Manifattura Tabacchi, attraversa tutta la storia di questa terra, dall’Impero Austroungarico al Regno d’Italia, dal Fascismo, all’occupazione tedesca alla Repubblica italiana: non solo i documenti conservati a Rovereto, ma anche quelli dell'Archivio di Stato di Vienna e del Monopolio di Stato a Roma.
Si tratta, come ha spiegato il Presidente del Laboratorio di Storia di Rovereto, di un primo passo di un percorso volto ad approfondire il tema del lavoro e dell'industrializzazione a Rovereto e in Vallagarina.

“La storia dell’ex Manifattura” – ha detto Micol Cossali, assessora alla Cultura della Città della Quercia - “è la storia delle persone che qui hanno lavorato e hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo della città. Ma è anche una storia al femminile, con le vite delle donne che trovarono impiego nella Manifattura tabacchi e che qui hanno iniziato un percorso di presa di coscienza del ruolo nella società. La ricerca del Laboratorio di Storia è un viaggio a ritroso nel tempo, che ci permette di conoscere le radici della Rovereto di oggi”. Sul tema dell’occupazione femminile è intervenuto anche Mauro Bondi, Presidente della Fondazione Caritro, che ha sottolineato la grande attualità di una ricerca come questa, evidenziando come vi siano il tema della donna, una donna fino ad allora “invisibile”, e del lavoro, ma anche quello della Cassa di Risparmio di Borgo Sacco, che fu un primo tentativo conclusosi senza successo e quello dei profughi: “Quando dopo la Seconda Guerra mondiale – ha ricordato – arrivarono i profughi istriani a Rovereto, molti cittadini si lamentarono dell’arrivo di questi rifugiati, sostenendo che venivano in Trentino a “rubare” il lavoro”. Gianmario Baldi, dirigente della Biblioteca Civica, ha posto l’accento sull’importanza degli archivi oggi acquisiti dal Comune e dell’enorme patrimonio che essi costituiscono. Una storia fatta anche di molti nomi e “microstorie”, come ha spiegato l’archivista Cristina Sega: “Quasi tutti i roveretani possono trovare negli archivi racconti di famiglia, persone che hanno avuto a che fare con la Manifattura e la cui storia è qui raccontata”.

Un lavoro di cui ha parlato con orgoglio il Presidente di Laboratorio Storia, Gianfranco Betta: “Stiamo studiando la storia della città, e attraverso questi archivi si ripercorre non solo la dimensione locale, ma anche le vicende nazionali ed internazionali, in una macrostoria fatta da tante microstorie”.

Il progetto è il primo passo di un percorso volto ad approfondire il tema del lavoro e dell'industrializzazione a Rovereto e in Vallagarina, e a settembre si concretizzerà in un ciclo di 5 seminari destinati a pubblici differenziati, dal personale delle biblioteche alle scuole, all’università. Tra i temi trattati, gli archivi industriali; l’utilizzo e valorizzazione della storia orale; la Manifattura nel periodo austriaco; i periodici che trattano delle Manifatture dell'impero austroungarico; la fotografia e la cinematografia come fonti.

Lunedì, 26 Aprile 2021

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