Il servo di scena
di Ronald Harwood
regia e traduzione di Marco Mattiuzzo
Compagnia Stabile del Leonardo Treviso
Inghilterra. Gennaio 1942.
Una compagnia shakespeariana in sfacelo gira per la provincia inglese recitando nei teatri che i nazisti non hanno ancora raso al suolo.
Sono pochi gli attori sfuggiti al reclutamento obbligatorio.
Tra il pubblico solo anziani e vedove. Il prim’attore, che tutti chiamano con deferenza “Sir”, è un
vecchio animale da palcoscenico la cui fiamma è ormai al lumicino. La prima attrice, “Sua signoria”, va avanti per inerzia, frustrata, piena di rimpianti.
L’attrice giovane, ingenua ed entusiasta insegue il suo sogno... con ogni mezzo. La direttrice di
scena ha fatto del suo freddo pragmatismo lo scudo con cui difendersi dalle delusioni della vita.
Quando Sir viene ricoverato - in seguito ad un attacco di quella che, forse, non è altro che senilità - tutti sembrano pronti a gettare la spugna.
Il tracollo del protagonista sembra destinato a portarsi dietro, nel baratro, tutta la compagnia…
Ma c’è chi non è disposto a mollare. Lo spettacolo deve continuare.
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