Firmata la Convenzione tra il Comune di Rovereto e il Centro per la Cooperazione Internazionale che permetterà di mettere in campo nuove progettualità e di allargare gli orizzonti verso l’Europa e il mondo

Troverà casa anche in via Tartarotti, a Palazzo Todeschi, il Centro per la Cooperazione Internazionale, l’associazione no profit e indipendente impegnata nella ricerca e promozione della conoscenza sui temi della cooperazione internazionale, degli affari europei, della pace e dei diritti umani. Un ritorno nella Città della Quercia, dove a inizio anni ‘90 nacque l’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e una decina d’anni dopo l’Università Internazionale della Pace, avvenuto grazie alla convenzione sottoscritta tra il Comune di Rovereto e il CCI, frutto di un lavoro di collaborazione avviato già da tempo.
“La volontà è quella di riempire di contenuti l’essere Città della Pace” - spiega la Consigliera delegata Arianna Miorandi - “Il significato di questa Convenzione è quello di rafforzare collaborazione tra il Centro e il Comune, per promuovere una cultura della Pace. In questi mesi c’è stata già una forte collaborazione che ha portato anche alla partecipazione di un bando all’ AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che ha messo in rete Rovereto con Mantova e Cuneo, per un importo di 700.000 euro per progetti di promozione della cittadinanza attiva.”
Chiara Sighele, direttrice del Centro per la Cooperazione Internazionale, ha sottolineato l’operatività di questa collaborazione: “Già la scorsa primavera – ha ricordato – abbiamo portato avanti un rimo lavoro con gli insegnanti delle scuole, embrione da cui si è sviluppata la Settimana Civica che quest’anno ha visto importanti risultati. La Convenzione è uno strumento per dare maggior visibilità e razionalità per una cornice di lavoro che il Centro porta avanti da sempre. Per il Comune la sfida è quella di lavorare sul tema delle relazioni internazionali, lavorando dal basso. Un tema difficile, sopratutto perché da un mondo bipolare siamo passati ad una moltitudine di centri di potere e la complessità è aumentata. Diverse società di paesi del mondo hanno trend comuni che però hanno un impatto diverso”.
Il Centro per la Cooperazione Internazionale è una finestra sul mondo – ha detto l’Assessora Giulia Robol - “Rispetto a una Provincia che toglie risorse e opportunità, Rovereto vuole essere presente e avere la possibilità di competere su processi internazionali che il Comune da solo non avrebbe la forza di portare avanti. Utilizzare le conoscenze di un Centro che ha relazioni internazionali importanti come questo è per noi è una opportunità imperdibile. Abbiamo la possibilità di implementare dei progetti che il Centro già porta avanti, declinandoli sul territorio. È strategico avvalersi di queste competenze ed è un percorso in continua crescita”.
“Rovereto – spiega l’assessora alla Cultura Micol Cossali - è una città che guarda all’Europa, al mondo, per mettere in campo relazioni e creare sinergie. Il Comune deve vedersi in questo ruolo di attore a livello internazionale, per offrire nuove opportunità. Grazie alla presenza del Centro per la Cooperazione Internazionale in città, possiamo dare vita e visibilità a realtà di alto livello, dove si punta su una vivacità che nasce dall’incontro, dallo scambio di professionalità che arrivano da tutto il mondo”.
In estrema sintesi, la Convenzione, oltre alla nuova sede di via Tartarotti, prevede che siano messe in campo iniziative volte a sensibilizzare la popolazione sui temi dei diritti umani, dell’ambiente, intendendo la sostenibilità, modelli di produzione e consumo, cambiamento climatico, le biodiversità; della giustizia sociale ed economica, intendendo la povertà, la salute e il benessere, le disuguaglianze e le discriminazioni, le migrazioni, i rapporti nord sud del mondo; dell’intercultura e della solidarietà internazionale. Ma un ruolo molto importante riguarda anche la conoscenza delle istituzioni europee, della storia e delle politiche della memoria in Europa; dell’eredità della guerra e della trasformazione dei conflitti.
Per farlo saranno messi in campo percorsi di educazione alla cittadinanza globale, termine ombrello che copre gli ambiti della cittadinanza attiva, allo sviluppo sostenibile, alla pace e alla solidarietà internazionale; attività di analisi e ricerca sull’attualità internazionale e sull'attivazione transnazionale di di società civile e comunità locali, secondo quanto previsto in vari documenti internazionali tra cui la Carta della governance multi livello in Europa adottata dal Comitato delle Regioni dell’UE; eventi pubblici di settore, divulgativi e di scambio di pratiche.
Inoltre, proprio grazie a questa collaborazione, sono state già attivate reti capaci di mettere in relazione comuni e realtà lontane, accomunate dal medesimo interesse verso una società migliore.
Il Centro per la Cooperazione Internazionale potrà entrare nella nuova sede, a Palazzo Todeschi, entro l’estate.