Dopo il monitoraggio da parte dell'Appa, che grazie ad un innovativo "nasometro" ha permesso di individuare le fonti del problema, si passa ora alle azioni concrete per eliminare le emissioni moleste.
In occasione della seconda Conferenza di Servizi, sono state analizzate - lunedì 10 ottobre - le proposte presentate dall'azienda Sandoz, risultata la principale origine degli odori che hanno creato disagio, seppure con modalità, frequenze ed intensità diverse, a Rovereto ed in particolare a Lizzana.
Il "pacchetto" di interventi presentato dall'azienda è molto nutrito e si suddivide in azioni immediate, già avviate nei mese di settembre-ottobre, a breve termine, ovvero entro novembre, e a medio termine, cioè da realizzarsi entro la primavera 2017. Si va dalla riduzione della temperatura interna al tank della biomassa all'installazione di un nuovo aspiratore fino alla messa in opera di un nuovo impianto di abbattimento degli odori.
Il piano - che avrà un costo complessivo di oltre un milione di euro, a carico dell'azienda - è stato presentato stamani nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte l'assessore provinciale all'ambiente Mauro Gilmozzi, l'amministratore delegato della Sandoz Nicola Berti, l'assessore all'ambiente del Comune di Rovereto Carlo Plotegher, la dirigente generale dell'Appa Laura Boschini.
"La cosa importante - ha sottolineato Gilmozzi - è stata mettere a punto, anche con gli strumenti legislativi a nostra disposizione, un metodo condiviso, che ha permesso a tutti i soggetti interessati di lavorare assieme per individuare le fonti del problema e poi di indicare i percorsi per la sua risoluzione". Gli ha fatto eco l'assessore Plotegher che ha ricordato come, a fronte della richiesta avanzata dal Comune di colmare un vuoto legislativo in materia, la risposta della Provincia sia stata positiva "aprendo la strada ad una collaborazione proficua anche con l'azienda, che ha consentito l'esecuzione dei monitoraggi necessari al fine di individuare finalmente le fonti delle emissioni odorigene".
La Sandoz, dal canto suo, ha spiegato per bocca dell'amministratore delegato Berti che "da tempo la Sandoz era impegnata a trovare delle soluzioni, ma alcuni dei risultati del monitoraggio compiuto da Appa hanno stupito anche noi. Abbiamo appurato che le principali fonti di emissione non erano quelle che immaginavamo, ma altre, in particolare una vasca di equalizzazione che esiste da 40 anni e un'altra zona per il deposito del fango umido. Abbiamo anche visto quanto la condizione dei venti possa influire sulla percezione dell'odore"".
Soddisfazione infine da parte della responsabile dell'Appa Boschini, per un approccio, "basato su una strumentazione molto sofisticata, che ci ha permesso di andare al cuore del problema, e che potremmo replicare altrove qualora ve ne fosse la necessità".
fonte: Ufficio Stampa Pat
11.10.2016