Dagli esordi negli anni ’70 con Libro di Ipazia fino agli ultimi lavori, la drammaturgia luziana, che conta tredici titoli, è la vivida prova di una militanza che rende Luzi irriducibile allo status del poeta prestato alle scene. In Luzi, la seduzione del teatro, tempio consacrato al rito della parola pronunciata, si manifesta non solamente nella produzione drammaturgica in senso stretto ma nella concezione di un’ermeneutica della scena e dell’attore che in quella stessa produzione è in tralice ravvisabile, trovando senz’altro in Hystrio la sua più compiuta espressione. A differenza di Pasolini, Luzi non elaborò un documento programmatico di riforma del teatro, tuttavia, le prospettive dispiegate dai due autori, seppur distinte e destinate, per motivi diversi e per differenti inclinazioni, a rimanere isolate, risuonano di rilevanti singole consonanze in quegli anni ’70 caratterizzati, in Italia, da un’avanguardia votata per Pasolini all’«odio per la parola». Contro la minaccia di “abumanizzazione” della nostra epoca, Luzi ha esercitato la sua missione di scriba e affermato la sua visione del teatro come rito, come arricchimento di conoscenza e di coscienza individuale e collettiva per gli interpreti e gli spettatori.
L’incontro si chiuderà con un percorso performativo attraverso i principali drammi luziani: da Ipazia, a Rosales, a Hystrio, fino alla disarmante Via Crucis.
Laura Piazza
Nata a Siracusa nel 1985, si diploma nel 2012 all’Accademia d’Arte del Dramma Antico dell’INDA, diretta da Fernando Balestra. Per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico è stata Antigone nella tournée 2011/2012, Ifigenia ne Il canto dei vinti, regia di Mauro Avogadro (2011), e la Figliastra nei Sei personaggi in cerca d’autore, regia di Monica Conti (2012).
Ha lavorato con Giorgio Albertazzi, Mauro Avogadro, Fernando Balestra, Emiliano Bronzino, Antonio Calenda, Monica Conti, Luca De Fusco, Claudio Longhi, Alessandro Maggi, Carmelo Rifici, Roberta Torre, Roberto Trifirò. Nel febbraio 2016 ha debuttato con il monologo Ghertruda la mamma di A. di Davide Rondoni, prodotto dal CTB - Centro Teatrale Bresciano, per la regia di Filippo Renda. Per TV2000, nel 2017, è Barbara Rizzo nella docufiction Questa terra sarà bellissima, di Giuseppe Carrieri, da un’idea di Umberto Lucentini.
Da sempre interessata al rapporto fra teatro e poesia, cura dal dicembre 2014, con il poeta Davide Rondoni, La poesia e la fontana presso il Teatro Sala Fontana di Milano. La rassegna nasce dall’idea che la poesia, pronunciata e condivisa, ritrovi nello spazio rituale del teatro il suo luogo naturale d’azione.
Dottore di ricerca in Italianistica presso l’Università degli Studi di Catania, si specializza in discipline dello spettacolo. Nel 2012 pubblica, per Il Melangolo, la prima monografia sul teatro di Mario Luzi (Premio ‘Mario Luzi’-Università di Urbino 2015). È tra i docenti del corso di formazione per attori “Orazio Costa” della Fondazione Teatro Nazionale della Toscana.

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