La mostra ricostruisce il percorso di Miledy Baldo Barducchi con fotografie, libri e riconoscimenti personali intitolati alla raffinata e delicata poetessa
Inaugurazione lunedì 30 maggio ore 17.30
Nè parlerà Paolo Farinati con amici e parenti,
con le poesie lette da Donata Loss
Miledy Baldo Barducchi, nata a Rovereto, ha iniziato “da sempre” la sua avventura poetica, sorretta dalla voglia di cantare in versi i suoi sentimenti. Guidata dall’amore per la vita e le bellezze del Creato e stimolata dal continuo contatto con fiori e piante del suo negozio di fioraia, non avrebbe potuto scegliere una diversa forma espressiva.
Le impressioni sulle sue composizioni sono positive. In ogni poesia, sia in lingua italiana che in dialetto trentino, traspare l’acutezza e lo spirito di osservazione di chi sa fotografare con gli occhi ciò che vede intorno per trasmettere poi agli altri le sensazioni provate.
Le liriche di Miledy Baldo Barducchi, aderenti alla realtà, sono lineari e scorrevoli. Ella sa esprimersi con armonia, capacità e semplicità di linguaggio. Oggi che la poesia è stata in parte contaminata da una certa malizia letteraria e dai virtuosismi di coloro che credono d’essere poeti solo perché capaci di scrivere frasi senza senso, cioè parole poste l’una sull’altra in verticale, gustare versi come:
“… presente e passato / si mescolano / in screpolature bizzarre / mentre la sera / si attarda in silenzio”
oppure:
“I vecchi / hanno il coraggio / di essere stanchi. / Sanno che per ognuno / c’è un tempo di riposare”.
e ancora:
“la not l’è come la zent / la me se volta contro”.
Significa assaporare la dolcezza di un’anima che sa parlare al cuore.
In concorsi regionali e provinciali, ai quali ha partecipato, Miledy ha ottenuto numerosi premi e segnalazioni; segno, questo, di una continua affermazione nel difficile campo della poesia.
Salvatore Fiorillo
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