Valduga: "Damiano Chiesa non sognava per sè, sognava collettivo"

Aggiornato a Giovedì, 19 Maggio 2016
Comunicato stampa di Venerdì, 20 Maggio 2016

Durante la seduta del Consiglio Comunale dedicata alla commemorazione di Damiano Chiesa, il sindaco Francesco Valduga ha sottolineato il valore dell'esempio fornito dalla vicenda umana e storica di Damiano Chiesa.
«La celebrazione dei 100 anni dal sacrificio di Damiano Chiesa ci carica di responsabilità perchè ricordare i caduti significa ricordare chi cadde per costruire la Pace ma se guardiamo a questi 100 anni vediamo come il percorso sia ancora accidentato e come una serie infinita di conflitti ci confermi che la Pace non è scontata e un diritto acquisito.

L'impegno espresso da Damiano Chiesa verso le questioni del suo tempo chiama alla mente le parole di Terenzio: "Homo sum, humani nihil a me alienum puto" ovvero "Nulla che sia umano mi è estraneo". E' dentro questa cornice di riferimento che si colloca la commemorazione perchè in Damiano Chiesa possiamo cogliere non solo un esempio ma le qualità individuali di questo giovane: l'entusiasmo, la voglia di libertà, il prestarsi al sacrificio, il mettersi a disposizione in modo assolutamente volontario. E' il potere dell'esempio con il valore aggiunto della giovane età: questo ci fa riflettere di come i giovani abbiano la capacità di vivere il proprio tempo e ci porta a dire che una vita può anche essere breve ma ha comunque un senso quando è spesa nel dono di sé, con spirito di servizio e verso obiettivi comuni.

La serenità con cui ha affrontato il suo sacrificio era figlia di questa consapevolezza: l'aver combattuto una battaglia giusta, ma che non finiva lì e non finiva con lui, che tutto si inquadrava in un disegno collettivo, perchè è dentro un destino comune che si compie il destino di ognuno. Lo dimostra anche la sua ultima lettera dove vi si legge la precarietà del soldato di cui scrisse Ungaretti: ma quel “si sta come d'autunno sugli alberi le foglie” rimanda più propriamente a quella quercia che compare nel nostro motto che tede i suoi rami con forza.
Chiesa sognava in grande perchè non sognava per sè: sognava collettivo. Abbiamo bisogno di attingere a questo esempio, abbiamo bisogno di approfondimenti e di ricerca storica. C'è necessità anche di coltivare i luoghi della memoria con il recupero dei manufatti in Costa Violina e lungo la strada degli Artigilieri sulla scorta delle utili segnalazioni e sollecitazioni che ci sono venute dagli alpini di Lizzana e Lizzanella. A tal fine la Presidente Dalzocchio al termine di questa seduta leggerà il documento scaturito dalla conferenza dei capigruppo che impegna Giunta e Consiglio Comunale a tutelare e valorizzare questi luoghi. In questo vediamo ciò che il Foscolo definiva “celeste corrispondenza di amorosi sensi” perchè anche fuori dalle celebrazioni e dalle commemorazioni ufficiali ci si possa ricordare di lui e ringraziarlo, grazie alla narrazione della sua storia».
Durante la celebrazione del mattino indetta dal Museo della Guerra al Sacrario di Castel Dante dove sono conservate le spoglie del martire, il Sindaco aveva svolto una riflessione sul rapporto tra individuo e collettività. "Nella serenità con la quale andò a morire vi era la consapevolezza che non finiva tutto con lui e che ci sarebbe stato un “dopo” a questo esempio possiamo attingere ancora oggi” ha detto il Sindaco che ha poi voluto sottolineare il valore della memoria ringraziando chi la storia la insegna e chi la conserva come gli Alpini e chi ne fa ricerca in ambito storico come il Museo della Guerra, “...perchè così facendo aiutano tutti noi ad affrontare il presente”.

Ufficio Comunicazione
19.05.2016

in allegato il documento votato all'unanimità dal Consiglio

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