Un successo l'incontro Vissol-Canfora
Aggiornato a Lunedì, 08 Maggio 2017
Comunicato stampa di
Domenica, 07 Maggio 2017
Tanta gente e un vero successo la serata conclusiva dedicata al terzo target di pubblico del ciclo di incontri, ovvero la cittadinanza che numerosa ha affollato il Teatro Zandonai per ascoltare l'economista Thierry Vissol e la visione umanistica di Luciano Canfora moderati da Anna Maria Giordano, giornalista di Radio 3 Mondo, coordinatrice scientifica di “Europa Territorio per la pace e Utopia Necessaria”. In sala tutta la platea e i tre ordini di palchi occupati a dimostrazione di come iniziative dedicate alla lettura dell'attualità possano attrarre anche in un sabato sera.
Una forte difesa della visione europeista è venuta da Vissol. “L'Europa è sempre stato uno spazio di libera circolazione di uomini, soldati, idee. Non c'è un'invenzione che non si sia diffusa in tutta l'Europa ed è in questo spazio che l'individuo ha assunto un suo peso. Io non sono a favore dell'Europa a due velocità, io penso alle parellele convergenti: condividere gli stessi valori e per alcuni stati magari fare anche di più ma sotto lo stesso ombrello. Io sono un utopista, l'Europa non esiste ancora abbastanza ma c'è un'utopia razionale e dell'Europa c'è bisogno per permetterle di avere un ruolo nel mondo. Oggi c'è molta paura, assistiamo alla mancanza di memoria e all'ignoranza e predomina la rabbia. Occorre ritrovare la memoria, coltivare un po' di più la cultura per non avere più rabbia e paura. La Francia è un paese arrabbiato, che Macron sia eletto o meno non centra perchè il paese è già spaccato, c'è il problema di ricostituire l'unità e questo è il vero problema politico oltre a ridurre le disuguaglianze problema insopportabile.
Caustico il professore Luciano Canfora: “uno dei rimedi è che i politici dicano la verità” ha detto al termine di una argomentata dissertazione sui confini europei a suo dire labili e non inclusivi di una realtà che è naturalmente europea. “L'Europa non è Europa senza gli Urali” ha affermato dopo una lunga galoppata storico geografica tra mito e storia, in cui ha spiegato come Europa sia stata indicata prima nella Tracia ovvero l'attuale Bulgaria, opposta ad Asia e Lybia (il nord Africa odierno), e poi nella Grecia contrapposta a Perside e Anatolia. “E' la retorica ad attribuire alla Grecia-Europa il luogo della libertà (mentre Asia era il luogo della schiavitù) ed è attorno allo scontro con l'impero persiano e poi alle rivalità intere con Sparta che l'area Europa si configura. Il focus di questa storia è il Mediterraneo, con tutte e due le sponde” ha detto Canfora che ha però contestato la visione secondo cui l'Europa è sinonimo e territorio di pace. “La pratica del conflitto è stata la sua cifra e solo dopo che per metà del XX secolo il continente europeo viene devastato da due terrificanti guerre - provocate dalle potenze europee con responsabilità variamente suddivise - nasce l'idea di dar corpo ad un'unione: buone intenzioni ma dopo aver fortemente peccato. Altiero Spinelli è innocentissimo rispetto a tutto questo e non ha nulla a che fare con quel che è venuto dopo” ha detto il professore che ha concluso citando Eschilo: “Se si evolve attraverso la sofferenza, allora noi forse tramite dolore e sofferenza riusciremo a civilizzare questo territorio”.
Anna Maria Giordano gli ha quindi chiesto se oggi non sia eversivo essere europeisti. “Direi di sì” ha risposto Canfora.
Vissol aveva invece esordito spiegando che il nome Europa reca in sé proprio il concetti di pace e di utopia. Il prefisso eu in greco significa buono. “La pace in greco vuol dire tregua, quindi non è mai permanente, e il termine utopia significa 'nessun luogo'. L'Europa è qualcosa che può essere il bene per tutti ma anche qualcosa che non esiste ancora” ha affermato Vissol che ha voluto sfatare il mito del “ce-lo-chiede-l'Europa”. “L'Europa non chiede proprio niente. Sono gli Stati che hanno l'interesse ad avere i conti a posto” ha detto Vissol spiegando che nello spazio europeo il contratto sociale configura obblighi, diritti e regole, il problema è che i confini si sono mossi e le regole non sono state rispettate allo stesso modo. La situazione in Grecia è drammatica perchè per 30 anni i greci non hanno rispettato nessuna regola, e sono state la baby pensioni a creare il buco. E' dunque la realtà economica che impone di mettere a posto i conti. L'economista francese si è quindi soffermato sul concetto di sovranità che può essere di due tipi: interna (ossia decidere in piena autonomia per se stessi) ed esterna, il che però presuppone per i paesi avere materie prime ma in Europa pochi paesi hanno risorse sufficienti. “In materia di energia dipendiamo dai russi, ad esempio. Quando alla sovranità monetaria, l'euro ha permesso di avere quella moneta internazionale che nessuno degli stati membri possedeva in presenza di un dollaro ed uno yen molto forti”. Quanto alla competitività il gap con l'Asia è per l'Europa di natura tecnologico. Ma Vissol ha parlato anche accennato ad un'altra sovranità molto interessante. “E' quella quotidiana che vuol dire far funzionare lo stato nei suoi servizi e far sì che le disuguaglianze siano ripianate dentro i confini dei singoli stati affinchè ognuno abbia una vita dignitosa”. E su questo ogni paese e ogni governo può e deve spendersi, dal governo centrale a quello locale.
Il ciclo di incontri “Europa territorio per la Pace e Utopia necessaria” è stato organizzato dal Comune di Rovereto con il supporto dell'Assessorato Provnciale alla Cooperazione e Sviluppo della Provincia Autonoma di Trento.
Ufficio Comunicazione
7.5.2017