Europa Utopia Necessaria: cosa sta dietro alle migrazioni
Aggiornato a Sabato, 06 Maggio 2017
Comunicato stampa di
Sabato, 06 Maggio 2017
Tre momenti di studio per tre target diversi. Il pubblico non è mancato a Teatro Zandonai per l'affollato incontro del mattino dedicato in particolare ai giovani e agli studenti (c'erano anche universitari venuti da Trento).
Un dato emerso dalla mattinata è questo: l'Europa nel suo arco storico non è mai stata così dinamica e attiva come lo è ora, a dispetto di molte apparenze che le relatrici hanno cercato di illustrare e documentare. Chiara Sighele di Osservatorio Balcani Caucaso e Transeuropa ha presentato il progetto European Data Journalism Network (apre il link in una nuova finestra)che punta a rinnovare il modo in cui si parla di Europa. Sfrutta le potenzialità dei dati aperti per produrre e stimolare la produzione di informazione di qualità sull'Europa. “I dati aperti sono alla base di grandi opportunità di crescita economica e sociale: in termini economici, fanno spazio a nuove professioni, nuovi servizi, nuovi modelli di business – ha spiegato Sighele - soprattutto sono uno strumento indispensabile a generare maggiore democrazia e diritti, perché sostengono lo sviluppo di una cultura del confronto e della trasparenza”. Sighele che dirige il progetto ha spiegato che si lavorerà dentro una rete transnazionale di media. “Adotteremo il più possibile l'approccio giornalismo collaborativo: perché per parlare in modo nuovo dell'Europa c'è bisogno di uno sguardo e di interpretazioni che non si fermino dentro agli orticelli nazionali, ma che siano capaci di raccontare tanto il mondo visto da Bruxelles, quanto e soprattutto l'impatto dell'Europa (o della mancanza di Europa) sulle questioni di attualità e sulle vite di noi cittadini”.
Roberta Petrillo, ricercatrice dell' Università la Sapienza di Roma ha invece parlato dell'Europa dei nuovi muri ed in particolare ha spiegato i flussi migratori attualmente in atto tra Africa e vecchio continente. “Non si può ragionare con cognizione di causa sull'Europa senza avere contezza dei numeri. Nel solo mese di aprile ci sono stati 1089 morti nelle acque del Mediterraneo o lungo la rotta occidentale a dispetto dell'accordo con la Turchia. Ma si muore anche lungo l'Egeo” ha esordito la Petrillo che proprio domani sarà a Salonicco in un campo profughi per una delle sue tante missioni speciali. Se si vuole parlare bene di immigrazione bisogna dunque partire dai dati. “Il che non è semplice – ha spiegato Petrillo - perchè sono tante le organizzazioni che raccolgono dati sul fenomeno, ma spesso non sono aggregati e quindi non danno indicazioni rispetto a età e sesso e quindi non sono in grado di restituire con precisione i volti di chi si muove in Europa. Dall'inizio dell'anno al 28 aprile in Italia sono arrivati 37.000 migranti. Sono economici o rifugiati in fuga? “Il grosso è una migrazione forzata per fattori di spinta diversi” ha spiegato Petrillo che da anni si occupa nelle sue linee di ricerca di politiche migratorie, analisi dei flussi migratori, gestione delle frontiere esterne dell’UE, politica e geopolitica Est-Europea . “Certo ci sono i fenomeni del sottosviluppo e della ricerca di lavoro, ma ci si dimentica che ci sono anche persecuzioni etniche oppure dovute a fenomeni di intolleranza: sono perseguitati in Africa gay e lesbiche, specie in Nigeria, Ciad e Mali. Il grosso di chi arriva rischia di finire nella Traffic Human Beings, ovvero ogni tratta che organizza transiti al solo fine di sfruttarne economicamente la presenza. Ma bisogna anche saper capire ciascuna ondata” ha aggiunto Petrillo riferendosi in particolare alla prima comunità giunta nel 2017, costituita da nigeriani. “ Bisogna cercare di capire: Boko Aram a gennaio è resa responsabile di orrende stragi: ha ucciso soprattutto uomini reclutabili, distrutto edifici a cui ha dato fuoco, compiuto stupri e violenze sulle popolazioni di alcuni villaggi attorno alla città di Baga e quindi c'è stata anche una migrazione interna di rifugiati restati dentro i confini. Basta andare in Google Earth e i massacri si possono vedere: resti di città che non ci sono più. Migliaia di locali si sono quindi spostati e hanno cambiato area. Soprattutto molte donne per sfuggire alla costrizione di sposare combattenti del gruppo islamista. La prima ondata di rifugiati arrivata dal Niger aveva alle spalle questa situazione. Ma già a settembre 2016 il nord Nigeria era stato colpito da una cospicua migrazione interna: oltre 2 milioni di persona sfollate a seguito degli sgombri forzati da Lagos e Lagunà, sede di studios africani per il cinema. Numeri ben distanti dai 37 mila giunti sulle nostre coste”.
Anna Maria Giordano, coordinatrice scientifica della manifestazione, ha concluso segnalando alla platea che quello che spesso non si fa è di andare oltre il proprio confine. “Quando si considera il problema delle migrazioni in Europa i confini di questa problematica arrivano fino in Africa”. Entrambe le relatrici Petrillo e Sighele hanno infine rivolto un appello ai molti giovani presenti in sala: informatevi, approfondite, cercate di vedere anche cosa sta dietro a una notizia. Per capire l'Europa serve dunque uno sforzo: volerla conoscere, volere andare al fondo dei problemi, non accontentarsi del “si dice”.
Ufficio Comunicazione
6.5.2017