A Rovereto si re-introduce il Baco da seta

Aggiornato a Sabato, 27 Giugno 2020
Comunicato stampa di Sabato, 27 Giugno 2020

PROGETTO SETA. NASCE IL PRIMO PUNTO DI PRODUZIONE

Prende corpo, con il primo tassello di produzione della seta, quello che dovrebbe diventare il distretto culturale ed economico della seta a cui l’Amministrazione lavora da tempo per valorizzare un patrimonio storico della città in termini culturali, turistici ed economici. Come noto il “progetto seta” seguito dal progetto Speciale Rilancio Vocazioni della Città, ha tra i suoi obiettivi anche la sperimentazione e la ricerca, per sviluppare processi produttivi innovativi con riferimento alla meccatronica, alla robotica, ma anche all’economia circolare.

Ed è su queste leve che si è lavorato per indire la gara per l’assegnazione d “Orto San Marco” (ex Salvaterra) posto in prossimità dell’area commerciale e di servizio di via Pasqui dove reintrodurre la gelsi-bachicoltura a Rovereto. L’area scelta è un fondo incolto, attualmente inutilizzato oltre che in uno stato di evidente precarietà, situato vicino al cimitero di San Marco. Un tassello di rigenerazione urbana che ora prende forma dopo la procedura ad evidenza pubblica per la concessione in uso dell'immobile comunale per un periodo di 9 anni.

La ditta ‘’Lagarina società semplice agricola’’ di Villa Lagarina è risultata aggiudicataria per la concessione in uso del terreno di via Pasqui, e quindi procederà alla reintroduzione in via sperimentale della gelsi-bachicoltura, svolgendo attività didattiche e formative. Sarà un “orto urbano” in piena osmosi con la città: la cittadinanza avrà libero accesso per momenti personali di relax e lettura. L’idea è quella di sperimentare la gelsi-bachicoltura e contestualmente organizzare attività di ricerca e studio, attività didattica e formativa con scuole, famiglie e gruppi, incentrate sul tema del baco e della seta, ma anche sull’agricoltura sostenibile e sulla coltivazione dell’orto. Le attività predominanti saranno in linea con gli obiettivi del bando che prevedeva di:

  • coltivare il fondo tramite riqualificazione e recupero dell’appezzamento ai fini della reintroduzione in via sperimentale della gelsi-bachicoltura, con interventi di bonifica, pulizia ed estirpazione dell’attuale vegetazione;
  • integrare, secondo un approccio sistemico, eventuali altre coltivazioni come ortaggi o piante compatibili con il gelso, comprendendo la produzione e la rivendita in loco;
  • valorizzare il fondo prevedendo colture biologiche secondo i protocolli e le norme vigenti;
  • ricercare le opportune collaborazioni per avviare progetti di sperimentazione in collegamento con CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria - Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente), in particolare con la Stazione sperimentale di bachicoltura di Padova; con il Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’informazione dell’Università di Trento in specifico con i laboratori di Bioingegneria industriale e la Fondazione Edmund Mach;
  • mettere in atto, nello svolgimento delle attività del fondo, il piano di inclusione di lavoratori in situazione di disagio anche mediante collaborazioni con soggetti terzi;
  • attivare collaborazioni con i soggetti che sul territorio operano in ambito culturale, scolastico/didattico, sociale ed economico per realizzare iniziative divulgative sul tema della gelsi-bachicoltura, dell’agricoltura sostenibile e biologica nell’ambito dell’economia circolare (rispetto dell’ambiente, stili di vita, recupero tradizioni). In particolare, realizzare attività culturali, didattiche e scolastiche svolte d’intesa con Fondazione Museo civico e con altre realtà associative e/o istituzionali (Associazioni locali, Azienda Promozione Turistica della Val Lagarina, Associazioni di categoria economiche, ecc.);
  • promuovere convenzioni e accordi per proporre agli utenti “pacchetti"/proposte agevolate e fornire ai visitatori del fondo ogni informazione in merito ai luoghi e alle iniziative del territorio locale, consegnare materiale informativo, illustrando i servizi disponibili sul territorio.

La ditta Lagarina società semplice agricola di Villa Lagarina ha anche presentato un rendering perché oltre allo sviluppo delle colture, sarà creata un’area di accoglienza visitatori e una casetta per la didattica. Sono previste delle coperture a protezione e allungamento del ciclo produttivo delle produzioni orticole, per la lavorazione dei prodotti e l’allevamento del baco da seta (bachicoltura). L’attività didattica e divulgativa sarà svolta da una coordinatrice e verrà costituito un gruppo di lavoro con esperti di settore attraverso anche una fitta rete di collaborazioni con realtà istituzionali, associazionistiche e private del territorio.

Sarà dunque un atto di tutela del territorio e del paesaggio, di conservazione della biodiversità, educazione alla sostenibilità, azione di promozione turistica e anello nella trasmissione della cultura agricola e delle tradizioni rurali, con l'offerta dei servizi a persone svantaggiate e fasce deboli della popolazione. Si strappa quindi all’incuria e all’abbandono quasi un ettaro di terreno comunale, situato in una zona strategica e centrale della città, tramite un’operazione di rigenerazione urbana e insieme di agricoltura sociale in quanto l’obiettivo è di avvalersi di lavoratori in stato di difficoltà.

Il programma rientra a pieno titolo nel piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale e delle vocazioni della città e mira ad ottimizzare e utilizzare i beni comuni come leva per l'attività culturale e associazionistica del territorio, ma anche a stimolare e promuovere nuove attività e progettualità sociali per la creazione di lavoro.

Ufficio Stampa

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