OSVALDO, IN CHE SENSO?
Aggiornato a Lunedì, 27 Giugno 2022

Osvaldo quest’anno ha il sapore di un ritorno, perché anche se dal 2017 non ha mai saltato un giro, quest’anno può finalmente riprendere quel senso di vicinanza che per tanti mesi è rimasto sospeso e negato. Abbiamo deciso di ripartire proprio dalla parola senso, per prestare attenzione a quello che ci mette in contatto con quanto ci sta intorno. E così, per quella legge non scritta per cui ci accorgiamo di qualcosa nel momento in cui viene a mancare, e un po’ per un rapimento mistico e sensuale, Osvaldo proverà a pensare e a vivere i sensi in modo più ricco e consapevole. Al centro di questi cinque giorni ci sarà una grande mappa multisensoriale di Rovereto allestita nella chiesa di Sant’Osvaldo e avremo bisogno del tuo contributo per arricchirla e integrarla. In che senso? Ti aspettiamo ad Osvaldo per scoprirlo.
PROGRAMMA
Osvaldo, in che senso?
28 giugno - 2 luglio 2022
Chiesa e giardino di Sant’Osvaldo, via Santa Maria, Piazzale caduti sul lavoro Rovereto
Martedì 28 giugno
18:00 – giardino di Sant’Osvaldo
Inaugurazioni
Mappa multisensoriale di Rovereto, Brave New Alps | Chiesa di Sant’Osvaldo
Che cos’è una mappa multisensoriale? È una tentativo di rappresentare una città aprendo a tutti gli altri sensi la rappresentazione classica di un territorio. Ci proveremo con l’aiuto di Brave New Alps e con i contributi di chi vorrà aggiungere qualche personale percezione.
Il monocolo non è re, Attila Faravelli | Chiesa di Sant’Osvaldo
Attila Faravelli è un sound artist e musicista elettroacustico italiano. Nella sua pratica - che comprende field recording, performance, workshop e design - esplora il coinvolgimento materiale con il mondo che ci circonda. Per Osvaldo presenta un’installazione nata da un laboratorio di registrazioni ambientali realizzato in collaborazione con Ablinova.
Adagio, Lia Cecchin| Chiesa di Sant’Osvaldo
Adagio consiste un’installazione olfattiva. La sua presenza è minima. Non ha nessuna intenzione di farsi troppo vedere. Disperde nell’aria della naftalina. È un profumo che rimanda a soffitte e vestiti tarmati, a nonne, cappotti, aneddoti intimi, sottesi. Si spande tra i pensieri.
Vive sezioni, Ana Blagojevic| Via Santa Maria
“Atto operatorio fotografico su animali immagini vive, sveglie o in anestesia totale o parziale, prive di finalità terapeutiche funzionali ma tendenti a promuovere, attraverso il metodo sperimentale, lo sviluppo delle scienze biologiche, dell’osservare o a integrare l’attività didattica o l’addestramento a particolari tecniche chirurgiche, di immaginazione o, più raramente, a fornire responsi diagnostici nuove visioni. Con significato più estensivo, il concetto di vive sezioni può essere applicato a tutte quelle modalità di sperimentazione, non necessariamente cruente senza senso, che inducano lesioni o alterazioni anatomiche e funzionali della realtà come viene percepita (ed eventualmente la morte) negli animali di laboratorio della razionalità.”
https://www.treccani.it/enciclopedia/vivisezione vivesezioni
Nata a Belgrado, gira da anni l’Europa e i Balcani sia per motivi di ricerca fotografica che familiare e documenta la sua vita personale in un continuo diario visivo.
Skulpschpuhl, Regine Neumann | Chiesa di Sant’Osvaldo
“Questa scultura si potrebbe definire come mescolanza di una forma concreta, che possiede un proprio ordine, e di un’astrazione di fenomeni naturali. Grazie ad una forma interna e una esterna che possono essere toccate in gesti fluenti e ininterrotti, essa rende l’idea di una quarta e quinta dimensione della scultura. Con ciò, in essa nasconde il pensiero di infinito.” Regine Neumann
Abstract in your home, Andrea Montanari | Corniceria Santa Maria
Forme astratte che regalano soglie da varcare, prospettive oblique, bagliori e incursioni intime.
Una casa nella quale un artista crea una serie di collages cartacei e li dispone sulle pareti. Una successione di scorci, aperture, differimenti temporali e crinali di significato.
21:30 – giardino di Sant’Osvaldo
suoni: Giovanni Di Domenico
La ricerca di una forma musicale libera e ribelle sta alla base dei lavori di Giovanni Di Domenico (Roma, 1977) che ha trascorso gran parte della sua giovinezza in Africa e in Italia, assorbendo una moltitudine di stili musicali – tradizionali popolari, l’opera lirica, i richiami alla preghiera dei muezzin, il repertorio classico, il jazz e il punk – che hanno plasmato il suo ampio approccio al suono. A Osvaldo si confronterà con uno degli strumenti più iconici della musica jazz e rock, il pianoforte elettrico Fender Rhodes.
Nuovo Cineforum Rovereto
Corso Bettini, 43
38068 Rovereto (TN)